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Omicidio Mattarella quali verità?

  • Immagine del redattore: Francesco Garofalo
    Francesco Garofalo
  • 26 ott
  • Tempo di lettura: 1 min

"Quel maglione bagnato del sangue di suo fratello Piersanti ha segnato la sua vita e inchiodato la storia di Sergio Mattarella alla tradizione migliore prima della sua famiglia e poi del cattolicesimo democratico italiano, cioè la fede profonda e la consapevole responsabilità di un credente di riversare nell’impegno culturale e politico la sensibilità per il bene comune e per le regole della democrazia" (Da Famiglia Cristiana, Alberto Bobbio).


Dopo 45 anni, svolta nelle indagini di quel drammatico omicidio, una delle pagine più buie della storia della Repubblica. Un delitto, segnato da depistaggi e complicità, come emerge dall'inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo. La Dia ha notificato la misura degli arresti domiciliari a Filippo Piritore, ex funzionario della Squadra Mobile di Palermo ed ex prefetto. Secondo l’accusa avrebbe contribuito, mentendo, a far perdere le tracce del guanto in pelle lasciato nell'auto usata per la fuga da uno dei killer dell'ex presidente della Regione siciliana. "Io non ho occultato nulla, qualcuno mi avrà detto di procedere in quel modo, forse i miei dirigenti dell'epoca. Io ho fatto solo il mio dovere”, ha affermato Piritore".


Commentando la notizia, Giuseppe Lumia, già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha tra l'altro detto: "sono passati tanti anni ma la ferita sanguina ancora. Piersanti Mattarella voleva costruire una Sicilia della Legalità e dello Sviluppo libera dalla mafia. Sino a quando non si individueranno le responsabilità politiche e istituzionali oltre che mafiose degli omicidi come quello di Piersanti Mattarella la nostra democrazia non diventerà matura e aperta al contributo delle nuove generazioni. Bisogna pertanto andare avanti anche se verranno fuori le più amare e terribili verità".

 
 
 

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